Il Training autogeno
 /  Area Scientifica / Senza categoria / Il Training autogeno
Il Training autogeno

Il Training autogeno

Il Training Autogeno (T.A.) è un metodo di autodistensione da concentrazione psichica elaborato da J.H. Schultz tra il 1908 e il 1912.
Il metodo ha preso origine dagli studi di O. Vogt, di cui Schultz era allievo, sull’autoipnosi.

Notando che alcuni individui erano in grado di indurre a se stessi uno stato di calma “con modificazioni tipiche, caratteristiche e costanti della cenestesi generale” (Schultz, 1968), è stato strutturato il metodo che presenta due caratteristiche peculiari:
– l’allenamento;
– l’autoinduzione delle sensazioni.

Numerose sono le analogie e i debiti (riconosciuti dallo stesso Schultz) verso tecniche più antiche. “In ogni paese e in ogni tempo troviamo delle metodologie che si propongono il raggiungimento della calma e della pace interiore; in tutti i popoli e in tutte le epoche troviamo tecniche di concentrazione psichica e di immedesimazione contemplativa” (Schultz, 1968).

Pur nella sua semplicità il metodo richiede, durante il suo apprendimento, una guida competente e capace. Una volta appreso è importante un allenamento quotidiano e personale: grazie a questo le sensazioni si ripresenteranno in maniera riflessa.

Per lo svolgimento abituale, particolare importanza rivestono l’ambiente e la posizione del soggetto. Si consiglia un’ambiente tranquillo, fresco e in penombra, allo scopo di diminuire le sensazioni esterne. Il soggetto non deve essere disturbato da abiti troppo stretti o pesanti.

Le posture normalmente adottate per lo svolgimento
abituale sono:
– la posizione supina;
– la posizione del “cocchiere a cassetta”
Quest’ultima è assunta istintivamente da coloro che esercitano attività che obbligano a stare seduti a lungo senza appoggio per il tronco e per gli arti superiori. Si tratta di porre la colonna vertebrale in ampia cifosi, con la muscolatura paravertebrale più rilasciata possibile: nella stessa posizione Rodin pose il proprio “Pensatore”.
Sia la posizione supina che quella “del cocchiere” favoriscono, con variabilità individuale, la disponibilità ad abbandonarsi, ad assumere, attraverso la concentrazione passiva, la posizione di spettatore delle sensazioni corporee. “Qualsiasi atteggiamento psichico che comporti un impegno volitivo o una tensione motoria impedisce inevitabilmente la realizzazione degli esercizi” (Schultz, 1968).

Una volta assunto l’atteggiamento posturale e psicologico di calma si eseguono i sei esercizi standard del T.A.:
– esercizio della pesantezza, grazie al quale si realizza una diminuzione del tono muscolare;
– esercizio del calore, che favorisce una migliore irrorazione sanguigna;
– esercizio del battito cardiaco, che consente la concentrazione sulle pulsazioni cardiache percepite come calme e regolari;
– esercizio del respiro, durante il quale si segue il ritmo della propria respirazione che culla tutto il corpo;
– esercizio del plesso solare, in cui il soggetto localizza la regione addominale come zona irradiante calore e benessere;
– esercizio del fresco alla fronte, che permette il ristoro dei centri nervosi e una piacevole sensazione di leggerezza al capo.

Al termine degli esercizi concentrativi si eseguono sempre i “movimenti di ripresa” che hanno lo scopo di interrompere lo stato di commutazione concentrativa. Gli esercizi di ripresa consistono nel flettere ed estendere gli arti, respirare profondamente ed aprire gli occhi.
Gli studi sugli effetti fisiologici del T.A. non hanno ancora chiarito precisamente il meccanismo d’azione del metodo.

Un fatto certo è che il T.A. svolge un’azione opposta allo stress. “Gli agenti stressanti eccitano l’ipotalamo, tramite anche il sistema reticolare, a produrre una sostanza che stimola la secrezione di ACTH (ormone adrenocorticotropo) da parte dell’ipofisi; l’ACTH, a sua volta, induce la corteccia surrenale a secernere gli ormoni corticoidi, tra cui il cortisolo.

Durante le sedute di T.A. è possibile evidenziare un calo della concentrazione plasmatica di cortisolo che perdura anche 10- 20 minuti dopo l’esercizio.

Oltre alle modificazioni nell’attività delle ghiandole surrenali, si presentano altri fenomeni che interessano l’organismo nella sua unità. La commutazione dello stato autogeno è caratterizzata da rilassamento muscolare (oggettivabile con riduzione dei potenziali d’azione muscolare e dei riflessi spinali) e da un’obiettivo innalzamento della temperatura periferica per migliore irrorazione sanguigna. Modificazioni sono state notate anche per la risposta elettrodermica, in qualche modo sintomatica della situazione emotiva.

Attraverso e oltre le modificazioni fisiologiche il T.A. favorisce inoltre la PRESA DI COSCIENZA DEL PROPRIO CORPO.

Se desiderate approfondire l’argomento con la lettura di una ricerca riguardante gli effetti del Training Autogeno su alcuni atleti di mezzofondo cliccate qui sotto

Maurizio Cancedda, Esperienze di Training autogeno in atleti di mezzofondo, Chinesiologia, 1995

 

RIEDUCA®– Postura e Movimento

Ginnastica Posturale
Piazza G. Verdi 4/6 16121 Genova
info@rieduca.it
010531114
3473227198

FOLLOW ON

Copyright 2018 © Rieduca. Tutti i Diritti riservati - P.I. 02079190993 -